Un «funambolo» del colore

Vinicio Coppola, mostra al castello Aragonese - Taranto 2002

L'Amerigo Vespucci, 2003 - Tecnica mista su tela - cm 100x100 - Collezione privata Taranto

Pippo Borrello e la sua passione per le avventure sul mare

Sin dagli anni verdi è stato un trasgressivo, non solo della tavolozza. Contestava imposizioni e divieti da parte dei genitori e quando ebbe in regalo una scatola di colori ad acquarello ne combinò di cotte e di crude, impiastricciando a destra e a manca; a tal punto che i suoi fecero sparire dalla circolazionequel dono che innescava di più la ribellione del discolo.

Ma una volta in età della ragione, Pippo Borrello prese proprio spunto dai colori per dare la stura alla rivolta cromatica che covava nel suo io. Un insopprimibile .anelito libertario che, sulle orme dei “fauves” -le “belve” pilotate dal grande Matisse - lo porta a rintuzzare le costrizioni della forma

Ne abbiamo una riprova nella mostra “La vela e il mare, dall'Amerigo Vespucci al windsurf” in programma a Taranto, dal 16 al 26 ottobre, nella galleria comunale del Castello Aragonese, dove traspare il suo grande amore per il mare.

A far da mattatore è indubbiamente il colore. Il giallo, ad esempio, ricorre in modo ossessivo, in “nuances” talvolta più calde, tal'altra più acide. E così anche il rosso: fa, capolino ovunque, con ondulazioni di “nuances” accese e cupe.

Quasi una battaglia innescata dalla tavolozza, senza esclusione di colpi. Il clima diventa incandescente, ma il nostro funambolo del colore riesce a riportare la pace trà le fazioni in lotta. Le sue sono percezioni dell'inconscio, ilari e misteriose.

Un mistero che punta a imprigionare nella tela, come nella rete del cacciatore di farfalle un concerto di mormorii arcani, di voci dell'invisibile che ci circonda. E in tal modo Pippo Borrello porta a termine la rivoluzione pilotata dalla .sua tavolozza. Una rivoluzione che punta le sue “chances” sulla gamma dell'arcobaleno e sulla creatività. Per esorcizzare il buio con i suoi spazi luminosi e con una luce che fuga ogni ombra, nella piena consapevolezza che qualsiasi licenza deve sempre muoversi solamente nell'alveo dell'arte. Di un'arte che non conosce confini.